Si comunica che in data 1/9/2009 una delegazione di dirigenti Favelas si è recata nella sede del Centro Sportivo Italiano con l'intento di iscrivere la squadra al campionato che è ormai alle porte. Nonostante patron Felettigh pare aver chiuso definitivamente i rubinetti finanziari della società sembra che essa abbia fornito le garanzie fideiussorie necessarie per iscrivere la squadra al campionato. Pare chiaro a tutti ormai che il presidente abbia definitivamente accantonato i sogni di gloria con questa società,questo suo disinteressamento sembra avere radici lontane,strascichi del deludente campionato passato: vediamo di fare chiarezza. Un anno fa patron Felettigh sognava in grande,prova ne era la sontuosa campagna acquisti che ne conseguì: con la sola cessione di Coppola,il presidente si assicurò il promettente Marco Ferrari,e due parametro zero di lusso per la categoria: Carretti e Barbolini. L'obiettivo era sostituire degnamente Coppola e rimpinguare una rosa dimostratasi scarna nell'anno dell'esordio. Lo sforzo economico era palese,la voglia di fare bene tanta,l'ambiente carico al punto giusto,i bookmakers posizionavano la squadra in una tranquilla posizione di metà classifica,ma si sa,basta poco per sognare. Ahinoi basta altrettanto poco per deludere le attese e rovinare tutto. Incredibilmente la squadra dimostra fragilità psicologica e una mancanza di concretezza spaventosa,ed è così che prese vita il peggior campionato della storia Favelas,e il successivo disinteressamento del patron. Disinteressamento che ha portato a disertare il mercato chiusosi ieri,con zero acquisti e zero cessioni. Nessuna squadra ha fatto peggio. Ora a calciomercato chiuso rimane soltanto quello che tutti definiscono il mercato dei bolliti,ovvero gli svincolati,coloro che non hanno trovato una società che gli permettesse di allenarsi. Ma sarà disposto Felettigh a prendersi carico di ulteriori ingaggi?Solo il futuro saprà darci risposte certe.Nel frattempo si susseguono insistenti voci di corridoio che vogliono il numero uno biancorosso in procinto di cedere la società ad una cordata di otto studenti/lavoratori con scarsa remunerazione/disoccupati disposti ad accollarsi gli onerosi costi di iscrizione e gestione della società,i maligni sostengono che questi otto siano proprio i giocatori stessi,vogliosi di riscatto a voler garantire a questa gloriosa casacca,almeno un altro anno di sopravvivenza,nella speranza di riavvicinare patron e tifosi,a quella che era una piacevole realtà del calcio a 5 emiliano.
Intanto si sono svolti i sorteggi: con ogni probabilità la società Favelas F.C. prenderà parte al girone C:le partite si svolgeranno il giovedì a Novi oppure Soliera. Orari e luoghi sono stati scelti appositamente per accontentare tutti i componenti del club.
Carica ragazzi,si ricomincia!!! Forza Favelaaaas!!!
martedì 1 settembre 2009
Iscrizione al campionato 2009/10
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giovedì 2 luglio 2009
Stagione 2009/2010
Buongiorno ai nostri cari e oramai pochi lettori affezionati.
Dopo un silenzio stampa che dura da marzo ho deciso che è giunto il momento di riprendere la bicicletta e iniziare a pedalare, dunque, cosa c'è di meglio se non un bel post sulla prossima stagione sportiva?
Quella che mi auguro di intraprendere sarà la terza stagione consecutiva nel campionato CSI, dopo una prima annata con qualche alto e basso ma che ha regalato soddisfazioni, la seconda è nata sotto una cattiva stella ed è andata sempre peggiorando nel corso dell'anno, lasciando l'amaro in bocca per il potenziale inespresso che questa squadra possiede.
Ora però il passato non conta e vorrei buttar giù due righe sul futuro della cara, vecchia, amata maglia Favelas.
"Ma perché continuare... perché?"
I progetti quando si fanno si fanno triennali, 3 è il numero perfetto, 3 sono le trilogie di Star Wars, 3 sono i capitoli de il signore degli anelli e di "Indiana Jones", 3 volte ho detto "bravo" a Fello stagione scorsa, 3 volte abbiamo messo 3 passaggi in fila e 3 sono i punti per vittoria che abbiamo visto poco.
Pure il Modena aveva il progetto triennale, ma su questo è meglio glissare.
Dunque i motivi per cui questo campionato "s'ha da fare" ci sono tutti e validi.
E se non sembrano validi pensate pure alla carriera di Harrison Ford oppure pensate a una rovesciata o ad un urlo di gioia.
O pensate che dopo una settimana di monotonia vi prendete 2 ore per non pensare a un cazzo di nulla, mettendo tutti voi stessi in una partita dal risultato ininfluente per tutto ma fondamentale per voi.
E se quel risultato per voi non è vitale smettete di leggere e andate a fare l'aperitivo in centro. NON MI SERVITE.
"Dammi più sentimento, stronzo"
Non so se qualcuno di coloro che leggono da bambino aveva una di quelle colonie di scimmie d'acqua. Erano simpatiche bestiole da mettere in acqua che crescevano diventando delle specie di girini, quando uno si stancava prendeva la colonia e la scaricava nel water.
Oppure, chessò, qualcuno avrà piantato un fagiolo per farlo crescere, almeno una volta in vita sua. Io l'ho fatto e c'era venuta su la pianta e.... no fagiolo sta proprio per fagiolo, io di altre piante non ne semino.
Beh, sto blog è la mia pianta di fagioli virtuale e detta sinceramente, mi secca vederla abbandonata a se stessa e mi secca che gentaglia inutile usi nostri spazi per sfogare le proprie frustrazioni tardo-adolescenziali, apparendo e lasciando la propria sgradevole traccia di passaggio su quel piccolo riquadro a destra.
Mi stanno ammazzando la pianta e ho deciso di intervenire, con sto post e con una bella ventata di aria nuova.
Entusiasmo ci metto ed entusiasmo chiedo a voi.
Se voi ci state io ci sono, se voi non ci state "saluti e baci, la porta sta di là".
Dicono che il caldo alimenti la passione.
Non so chi l'ha detto ma sicuramente aveva il condizionatore in ufficio. In questo caldo, indifferente e ridondante giorno di luglio il dito cade sul link al blog, sempre presente nei preferiti, e me lo sfoglio e mi ricordo tutto il tempo passato per scriverci e metterlo in piedi.
Per gli aggiustamenti piò o meno tecnici, le prove, le ricerche e tutto il lavoro per migliorarlo e cercare di renderlo distintivo, riconoscibile nel suo piccolo. E ricordo che si ce l'avevo fatta ed era diventato un piccolo punto di riferimento non solo per noi ma anche per gli altri.
L'entusiasmo che c'era ad ottobre 2007 l'ho ritrovato così e se fosse per me comincerei domani a giocare.
Il calcio è un gioco ma è un gioco dannatamente serio, diceva qualcuno che vinse qualcosa.
Non so voi ma a me la voglia di misurarmi, competere e possibilmente vincere manda i nervi in fibrillazione. Voi ce l'avete sta voglia?
SI! follow me
NO... aperitivo e vasca in centro per punizione. E se non la considerate una punizione non mi servite.
Ora non mi viene in mente null'altro da scrivere.
Sappiate che mi tira il culo fare il deux ex machina, attendo con ansia le vostre reazioni.
Buona estate Favelas.
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Staff Favelas
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venerdì 1 maggio 2009
Nostalgia
L'ultimo post di questo blog racconta,in modo molto sintetico,dell'inaccettabile sconfitta contro l'AC Condomini,datata 5 marzo 2009.Ormai due mesi fa.Cronologicamente non è nemmeno passato tanto,ma per un blog,che agli esordi registrava la media di almeno due post al giorno,si tratta prarticamente di un abbandono a se stesso. Per una serie di coincidenze oggi ho tempo,e qualcosa da dire,da raccontare,da condividere.
Fermandomi a pensare alcuni istanti mi sono accorto che,nella mie giornate affollate e piene di impegni mi manca qualcosa...un'emozione forse,uno sfogo,un'impegno,è difficile da descrivere,ma è qualcosa che mi ha accompagnato per quindici dei miei 22 anni su questo pianeta.
Tutto era indubbiamente diverso,si andava ancora a scuola e il tempo non era un utopia inarrivabile quanto oggi.
Sei anni e un fisico da costruire,da correggere ed educare nei movimenti,fu allora che lo conobbi per la prima volta. Mi portò mio nonno,se non ricordo male,io partecipai,ma non mi entusiasmò più di tanto anzi. Per i primi anni lo frequentai malvolentieri,quasi obbligato dai genitori,quindi,naturalmente,non dedicai il minimo impegno all'attività. Un obbligo...non sapevo che,sedici anni dopo,sarebbe diventato un fortissimo desiderio,momentaneamente irrealizzabile.
Crescendo e maturando esperienze sempre più positive iniziai ad affezionarmi a lui,perchè non rimase più solamente un gioco,ma divenne una passione sfrenata. Oramai l'avrete capito di chi sto parlando,comunque,per non rimanere nel vago e fugare gli ultimi dubbi sto parlando di lui... Calcio. Non sapevo di amarlo così tanto...no no...ma come accade spesso ci si accorge dell'importanza di ciò che si aveva solamente nel momento in cui non lo si ha più,soltanto dopo averlo perso. E' proprio quando ti rendi conto che non puoi assolutamente fare a meno di lui,o di lei,che farai di tutto per riconquistarlo,perchè il motivo per cui ci si è allontanati non vale nemmeno lontanamente la forza che vi lega. I motivi per cui sono così fortemente legato a questo magnifico sport (se vissuto nel modo corretto!) sono tanti e difficile da descrivere tramite un freddo schermo. Non fu un vero e proprio colpo di fulmine,tutt'altro.Iniziai ad apprezzarlo solo dopo, col tempo,e vivendo le giuste esperienze:una su tutte,un'isola felice,in cui tutto questo era un gioco da vivere nel corretto modo,in cui la persona aveva il suo enorme valore indipendentemente dalle qualità tecniche,risponde al nome di Polisportiva Limidi. Cinque (o sei,non ricordo bene :-P) anni indimenticabili. Mi verrebbe voglia di raccontare ogni esperienza vissuta con addosso questa maglia,dall'esordio,all'addio,ma non è il caso di dilungarmi in fatti,perchè non è questo il mio scopo. Sin da subito,a differenza delle altre squadre in cui militai,sentii addosso la fiducia e la voglia di farmi crescere e maturare.Imparai tanto,i compagni più vecchi mi aiutarono molto,e la fiducia di mister e società mi galvanizzarono:milgiorai davvero tanto,e nonostante l'abissale differenza di età che mi separava dai miei compagni,mi guadaganai spazio nell'undici titolare. Ma l'annata che forse più mi ha fatto affezionare a questo sport è la terza (o quarta) trascorsa a Limidi,quella in cui con mister Max Ronchetti assaporai soltanto,senza mai,purtroppo,toccare con mano cosa significhi sentirsi un vincente. Un'annata formidabile,nella quale terminammo a pochissimi punti dalla corazzata Real Panaro,in un secondo posto che,ancora oggi,grida vendetta. Per puro dovere di cronaca l'annata successiva mi vide quasi sempre assente causa infortunio,e due mister simpatici ma incapaci di ricreare cio che tanto mi divertì l'anno prima:lo spirito di gruppo in cui tutti danno tutto quel che possiedono dentro sacrificandosi anche per gli altri inseguendo un solo scopo,vincere. A distanza di qualche anno,e vivendo senza il calcio ho capito cosa renda questo sport così unico e speciale ai miei occhi:sono piccole cose,ma importanti. Innanzitutto il gruppo e la società: tu,ragazzo,ti senti parte di qualcosa,di un progetto,di un percorso che termina con un obiettivo.E,per raggiungere questo obiettivo,hai una sola via,dare tutto te stesso,nei due allenamenti infrasettimanali che vanno vissuti come lavoro in vista della prova da superare,la partita del sabato. Poi entrano in gioco fattori strettamente personali,come nel mio caso. Il giorno della partita inizi a sentirti un'adrenalina addosso che cancella ogni altro pensiero. Nel momento in cui il Mister enuncia la formazione titolare tu aspetti ansiosamente di sentire il tuo nome,e capisci che anche oggi hai avuto fiducia,è ora di ripagarla: se non sei un fenomeno l'unico modo per farlo è dare tutto te stesso,sin dal pre-partita. Per una prestazione accettabile un fattore fondamentale è la concentrazione. Fantastico il ricordo della tensione pre-partita in cui,io personalmente,da quando mi veniva assegnata la maglia numero tre smettevo di proferir parola alcuna,e da quel momento ero un essere a se stante che rifiutava ogni contatto umano,considerato lesivo per la mia concentrazione. Poi il riscaldamento,anch'esso silenzioso e colmo di pensieri. L'appello,durante il quale odiavo in modo esagerato chiunque mancasse di rispetto all'arbitro con risatine,paroline col compagno o facendosi i fatti suoi,per me era un rito,e come tale andava vissuto,in maniera sacra e rispettosa. Il discorso dell'allenatore,ascoltato soltanto con gli occhi,perchè il cervello da tempo aveva chiuso ogni porta con l'esterno. L'ingresso in campo,ogni volta guardando negli occhi avversario per avversario alla ricerca di quel numero 9 che per questi novanta minuti sarebbe stato il mio nemico,un'ora e mezzo in cui l'unico scopo era chiudergli ogni via,spezzare ogni sua trama e negargli ogni gioia. La disposizione in campo,l'abbraccio confidenziale con alcuni compagni,e la carica di adrenalina che sale a mille al momento del fischio d'inizio. L'ultimo rito arriva sin dopo il fischio d'inizio: era il primo intervento. Tantissime volte la buona riuscita del primo contrasto mi avrebbe fatto capire che sarei andato in contro ad un'ottima prestazione,in caso contrario difficilmente avrei dato vita ad una buona prestazione. Dopodichè vi è il match,vissuto col coltello fra i denti,e qui ogni partita fa storia a se.
Tanti ricordi,tanto divertimento e tanta passione,tutti racchiusi in una sola parola,che a molti non dice tanto: Calcio. Vissuto nel modo giusto,dunque senza esasperazioni di nessun tipo,è uno sport che sa darti grandissime emozioni. E' forse per questo che mi manca così tanto.
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giovedì 5 marzo 2009
GAME OVER
18a giornata
Favelas
Marcatori: Di Vaio 3, Ferrari
Formazione: Freda, Botti, Felettigh, Di Vaio, Ferrari
A disp. Barbolini, Carretti
Tredicesima sconfitta in 18 partite, 133 gol presi, tredicesima figura di merda.
Per me si può chiudere qua. É finita.
Non scriverò più una lettera qua sopra.
Buona giornata.
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giovedì 26 febbraio 2009
Solita storia...
17a giornata
Favelas
Marcatori: Ferrari 2, Botti 2, Di Vaio, Pelizzardi
Formazione: Freda, Botti, Cadonici, Di Vaio, Ferrari
A disp. Felettigh, Pelizzardi, Rota
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